Lettera aperta in solidarietà al popolo greco

Ribloggato da https://ricercaperlagrecia.wordpress.com/

Un saluto alla popolazione greca tutta e, in particolar modo, alle nostre colleghe e ai nostri colleghi del mondo dell’istruzione, dell’università e della ricerca.

Chi vi scrive lo fa a poche centinaia di chilometri da dove vi trovate: eppure, se misurata col metro della consapevolezza e della preoccupazione per il futuro, anche questa breve distanza sembra sparire. E lo fa in giorni in cui ci ritroviamo, su quest’altra sponda del Mare Mediterraneo, a osservare con attenzione e apprensione le vicende che si susseguono nel vostro paese e intorno a esso.

Siamo studiose e studiosi, ricercatori e ricercatrici, docenti e scienziati degli atenei italiani. Alcuni tra noi si occupano di scienze umane e storiche, altri di scienze sociali, altri ancora di scienze matematiche, fisiche e naturali. Eppure ciascuno di noi condivide una forte riconoscenza nei confronti della cultura greca e della sua storia. Come potremmo altrimenti? È stata la Grecia la vera culla del pensiero occidentale, il crocevia di esperienze che ha generato per prima lo spirito dell’amore per la conoscenza, in ogni ambito del sapere. Tutte e tutti sappiamo perfettamente quanto la cultura e il pensiero greco abbiano contribuito a quell’originaria, vera spinta verso l’unità e la fratellanza degli esseri umani in questa parte del mondo. Tutti sappiamo che essa è la nostra radice, ben prima – e ben più – di ogni mito o ideologia che di volta in volta si è voluta fondativa per l’Europa.

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La beffa del bando SIR per giovani ricercatori

Pur avendo sempre pensato che a “valutazione e merito” NON siano “gli unici criteri corretti per far avanzare il mondo della ricerca” che al contrario necessitano di cura, collaborazione, democratizzazione dei processi decisionali e finanziamenti adeguati, riceviamo e pubblichiamo. La lettera mostra infatti senza ombra di dubbio che in realtà  la valutazione non é altro che uno strumento definito dall’alto per dividere artificialmente i ricercatori in (pochi) buoni e (molti) cattivi, giustificare tagli e premiare ulteriormente chi é già in posizione di potere: il costante richiamo ad Horizon 2020 dimostra anche che l’intento é tagliare la ricerca di base e di interesse sociale e trasformare la libera ricerca pubblica in un’ancella degli interessi e del profitto delle imprese private. D’altra parte, proprio questo appello mostra con chiarezza che la tanto decantata spinta all’eccellenza non é altro che uno slogan vuoto, uno specchietto per le allodole che serve a distrarre tutti dai veri intenti degli inquilini del MIUR, che per nulla si interessa della vita e del lavoro di tanti colleghi precari prendendoli costantemente in giro.

Egregio Ministro Stefania Giannini,

Siamo alcuni di quei giovani ricercatori italiani e stranieri, afferenti a svariati settori disciplinari, che circa un anno fa hanno deciso di partecipare al bando SIR (Scientific Independence of young Researchers), con l’obiettivo di ottenere finanziamenti per la propria attività di ricerca. Il SIR sostituiva il precedente bando FIRB (Futuro in ricerca), con l’obiettivo di valorizzare la ricerca innovativa e indipendente dei giovani che lavorano in Università, premiando il merito e dando loro un futuro. Il Ministero, nel mettere a disposizione questi finanziamenti, ha dichiarato di ispirarsi alle Starting Grants dello European Research Council (ERC), bandi dell’Unione Europea tra i più selettivi e prestigiosi al mondo, per selezionare i migliori: progetti in lingua inglese, valutazione in due fasi, commissioni internazionali, criterio di “eccellenza del proponente e della proposta”.

Il cammino di questo Programma si è rivelato, tuttavia, del tutto distante dalle buone pratiche europee che il Ministero, solo a parole, ha voluto imitare, rivelandosi costellato di imbarazzanti approssimazioni. Le scriviamo per trasmetterle tutta la nostra frustrazione: a più di un anno dall’uscita del bando, non sono ancora stati pubblicati i risultati della selezione (né parziali né finali). Ai lunghissimi tempi di valutazione (il bando è scaduto il 14 marzo 2014), impensabili per il mondo della ricerca contemporanea – specialmente quella che dovrebbe essere considerata “innovativa” e su cui molti, tra quelli che hanno fatto domanda, fondano i loro percorsi di vita e di sostentamento –, si è infatti aggiunta una gestione assolutamente non professionale delle fasi del concorso nel suo complesso e, in particolare, della comunicazione.

Il bando SIR garantiva l’imparzialità e l’internazionalità delle commissioni che avrebbero valutato i progetti (Comitati di Selezione – CS). In ogni macro settore, i CS avrebbero dovuto essere composti da tre membri, scelti tra una rosa di nove nomi proposti dal consiglio scientifico dell’ERC, dunque proprio dall’organismo istituito dalla Commissione Europea che bandisce le prestigiose selezioni cui il Ministero voleva ispirarsi. Dagli atti ufficiali risulta che il bando sia stato emanato il 23 gennaio 2014; solo il 25 febbraio il Ministero avrebbe chiesto all’ERC di fornire i nomi dei valutatori e il 16 luglio il Presidente dell’ERC, Jean Pierre Bourguignon, avrebbe comunicato l’impossibilità, da parte dell’ERC, di aderire alla richiesta pervenuta. Così, dopo mesi di silenzio, il MIUR ha annunciato “ci sono dei ritardi, che non dipendono però da negligenze del Ministero” e si è trovato costretto a pubblicare a settembre, dunque a sei mesi dall’uscita dal bando, un decreto direttoriale che modificava la procedura di valutazione e di selezione delle proposte, ricorrendo a commissioni di valutazione nazionali. Ma non si sarebbe dovuto accertare prima di far uscire il bando se c’era la possibilità di utilizzare i valutatori europei, dunque esperti facenti parte di un altro organismo e operanti in diverse e distinte procedure selettive? A noi sembra un po’ come mettere in vendita una casa da costruire, senza avere ancora neppure contattato un progettista.

I Comitati di valutazione si sono così insediati, per lo meno formalmente, solo il 20 ottobre. Visto che siamo ricercatori e dunque amanti delle comparazioni, Le segnaliamo, per un confronto, che al bando per le European Fellowships (EF) Marie Curie – altre borse europee molto prestigiose – che scadeva l’11 settembre 2014, è servito meno tempo per pubblicare i risultati definitivi della selezione. Da noi, sette mesi per formare le commissioni; in Europa, cinque mesi per comunicare i risultati finali di una selezione che ha coinvolto un numero di candidati anche maggiore: 5250 domande per il SIR, 6425 per le EF Marie Curie.

Il 30 ottobre il MIUR ha aggiornato, dunque, la pagina del SIR avvisando che “Tutti i Comitati di Selezione sono stati regolarmente insediati e le procedure di valutazione sono state avviate. Orientativamente, la prima fase potrebbe chiudersi entro l’anno in corso (o al massimo entro gennaio 2015), mentre la seconda fase potrebbe chiudersi entro marzo 2015. Le audizioni potrebbero svolgersi invece entro aprile 2015. Aggiornamenti su eventuali scostamenti temporali saranno tempestivamente pubblicati su questo stesso sito”. Sembra quasi inutile segnalare l’ovvio: siamo quasi a metà febbraio e non si è ancora conclusa nemmeno la prima fase.

Come se questo non bastasse, a partire dai primi giorni di febbraio, il MIUR ha cominciato a pubblicare sulla pagina del Programma degli aggiornamenti settimanali che, onestamente, sembrano quasi una presa in giro. Li riportiamo qui sotto.

2 febbraio 2015 “La prima fase di valutazione dei progetti SIR è ormai prossima alla conclusione. Allo stato attuale (2 febbraio) risulta definitivamente valutato quasi il 90 dei 5.250 progetti presentati. Per i rimanenti progetti continuano a manifestarsi dei ritardi soltanto nel 3% dei casi, di cui quasi la metà appartenente al macrosettore SH. Continua l’attività di sollecito, da parte di MIUR e CINECA, nei confronti dei revisori che debbono completare le loro valutazioni. Ulteriori aggiornamenti saranno forniti su questo stesso sito lunedì prossimo, 9 febbraio 2015”.

9 febbraio 2015 “La valutazione finale dei progetti SIR è stata praticamente completata. I ritardi nella conclusione delle valutazioni riguardano ormai soltanto una quarantina di progetti, di cui quasi la metà appartenente al macrosettore SH. Continua l’attività di sollecito, da parte di MIUR e CINECA, nei confronti dei revisori che debbono completare le loro valutazioni. Ulteriori aggiornamenti saranno forniti su questo stesso sito lunedì prossimo, 16 febbraio 2015”.

Crediamo francamente che l’utilizzo di termini come “quasi il 90” (dimenticando persino il simbolo %), “praticamente completata”, “una quarantina” nelle comunicazioni ufficiali di un ente come il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca della Repubblica Italiana non sia ammissibile, specialmente ad un anno di distanza dall’uscita del bando in questione.

Si pretende da noi e dai nostri progetti accuratezza e precisione, anzi, per utilizzare un termine ormai abusato, si pretende “eccellenza”. Ma dall’altra parte non viene garantito nemmeno un livello minimo di rispetto per l’impegno e il tempo che noi abbiamo impiegato a preparare quei progetti, nei quali crediamo e che, nella maggior parte dei casi, non saranno finanziati, data l’insufficienza dei fondi a disposizione rispetto all’elevatissimo numero delle domande. L’elevatissimo numero delle domande, d’altra parte, rivela una grande vitalità del mondo dei giovani ricercatori, e contemporaneamente la carenza cronica di finanziamenti dell’Università. Pensiamo che la valutazione e il merito siano gli unici criteri corretti per far avanzare il mondo della ricerca; ci siamo fatti e ci facciamo continuamente valutare, quando anni fa il concetto di “valutazione della ricerca” era pressoché assente nelle università italiane. Ci aspettiamo, dunque, di essere trattati con un procedimento certo, equo e in tempi ragionevoli. Forse non è chiaro che, a fronte di queste imprecisioni e ritardi, sono in gioco le scelte di vita (professionale e personale) di persone reali.

Questa situazione non è più accettabile. Le scriviamo pertanto per chiederle di intervenire direttamente e concretamente per risolverla e perché le fasi successive della valutazione siano portate avanti in modo più rapido ed efficiente. Chiediamo che siano pubblicate sul sito del Programma date precise e inderogabili per la conclusione di tutte le fasi.

Le chiediamo inoltre di rendere noto se e come il MIUR abbia intenzione di procedere con il prossimo bando SIR per il 2015, dato che quello precedente non si è ancora chiuso. Anche questa è una questione molto delicata, visto che alcuni di noi, se il bando 2015 dovesse “saltare”, potrebbero non avere più i requisiti (di età, “anzianità” del titolo o entrambi) per partecipare a quello successivo.

Le chiediamo infine di fornirci una spiegazione sulla mancata uscita del bando SIR per ricercatori senior, al quale il Ministro Carrozza aveva destinato 53 dei 100 milioni che erano stati messi a disposizione per l’intero Programma (e di cui il bando SIR 2014 dovrebbe utilizzare 47 milioni).

Restiamo in attesa di un Suo pronto riscontro e La ringraziamo anticipatamente per quanto vorrà fare per rispondere alle nostre richieste.

Un cordiale saluto

Per aderire alla lettera, andate a questo link

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Le scuole private e Stendhal

di Bruno Moretto e Giorgio Tassinari

Nella Certosa di Parma Stendhal descrive la battaglia di Waterloo dall’interno, con gli occhi del protagonista Fabrizio. Durante gli scontri Fabrizio non si rende conto degli sviluppi dell’azione, solo alla sera apprende che Bonaparte ha perso. Stendhal ci ammonisce ad avere una sorta di straniamento brechtiano dalle vicende che viviamo; solo dal di fuori, dall’esterno si può tentare di comprendere (meglio solo tentare di) davvero una situazione.

Questo approccio a nostro parere si applica anche alla disamina delle conseguenze a medio termine del referendum sul finanziamento comunale alle scuole paritarie private del 26 maggio 2013, poco più di un anno fa. I fatti sono noti, ricordiamo solo l’atto finale, il voto del Consiglio Comunale del 29 luglio 2013 (dopo ben 65 giorni dal referendum, in una Bologna spopolata, ridotta ad un “non luogo” dove si radica e cresce, simile a neoplasia, la politica intesa come comando autarchico e autistico) con cui si conferma il finanziamento comunale alle scuole dell’infanzia paritarie private (la posizione favorevole all’abolizione aveva raccolta il 59% dei voti espressi dai citttadini). Affermiamo con tranquillità che dopo questo voto il PD bolognese è entrato in fase di piena e conclamata post-democrazia, anticipando gli sviluppi che si sarebbero manifestati sullo scenario nazionale.

Ancora, noncurante della volontà della cittadinanza (in ciò proseguendo in chiave di commedia la politica tragica della doppia verità di stampo togliattiano) la Giunta Merola ha proseguito nella politica di privatizzazione sostanziale della scuola dell’infanzia. Inoltre, ben 26 sezioni di scuola dell’infanzia statale (tra cui ben nove sezioni di scuola comunale che sono state statalizzate nel 2013-2014) funzioneranno solo a tempo normale. E diverse sezioni di scuola dell’infanzia comunale sono state date in gestione a cooperative, per cui sono solo di nome scuole comunali.

La politica intesa come comando è anche all’origine del blitz della Giunta sull’Istituzione per i servizi educativi, che si è consumato lo scorso 23 giugno. Esaltato dal 54% ottenuto dal PD nelle elezioni europee, il Sindaco ha scambiato la paura del futuro e la seduzione renziana sull’elettorato con il consenso alla propria linea politica. Le ragionevoli proposte del M5S e di Sel sono state rigettate senza esitazioni, con il ricatto delle assunzioni dei lavoratori precari (basato su una bugia clamorosa, in quanto i vincoli alle assunzioni dettati dal patto di stabilità si applicano paro paro anche all’Istituzione) ed il ricorso ad una maggioranza diversa da quella politico-programmatica. (Come già avvenne dopo il referendum del 26 maggio, quando la conferma del finanziamento alle scuole dell’infanzia private venne approvata grazie al contributo determinante della destra).

Cosa rimane allora del referendum? Un patrimonio politico importante, ovvero la verità manifesta che i cittadini, autorganizzati e alleati alle formazioni “tradizionali” della sinistra, possono vincere. L’eredità del referendum di Bologna è un modello di azione politica che innerva la città, e che continua (rinnovellato e discontinuo, latente in alcune fasi, manifesto in altre) a vivere in tantissime forme (lo sciopero della mensa nei nidi e nelle scuole dell’infanzia, l’autorganizzazione degli insegnanti comunali contro il passaggio delle scuole dell’infanzia all’ASP e contro l’Istituzione, la mobilitazione contro la privatizzazione dei servizi museali). La forza che si manifestò il 26 maggio 2013 è praticamente intatta e continuerà a manifestarsi nella vita politica, della città e non solo.

dal Corriere di Bologna, 28 giugno 2014

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Lo Stato che insegna a spendere: carta di credito assegnata d’ufficio a 3 milioni di studenti delle superiori, minorenni compresi.

di Anna Angelucci

Da quest’anno, la carta dello studente “Io Studio”, consegnata dal MIUR attraverso le scuole a tutti gli studenti del primo anno degli istituti superiori, non è più una semplice tessera per avere sconti negli esercizi convenzionati bensì una vera e propria carta di credito, valida per 5 anni.
Si chiama “Io Studio Postepay” ed è una carta prepagata ricaricabile nominativa, che si può utilizzare per acquisti fino a 2500 euro annui e prelievi fino a 1000 euro annui. Continua a leggere

Un’altra scuola per un’altra Europa

di Anna Angelucci

Da circa trent’anni stiamo assistendo al tentativo, nel mondo occidentale, di cancellare la funzione maieutica della scuola e di metterla al servizio della competitività economica delle imprese.

Nel 1983 la National Commission on Excellence in Education insediata da Ronald Reagan pubblicava il rapporto A Nation at risk: the imperative for educational reform”. Denunciando l’inadeguatezza del sistema scolastico americano e la scarsa preparazione degli studenti, si attribuiva alla scuola e agli insegnanti tutta la responsabilità circa il futuro del Paese e si chiedevano al Congresso provvedimenti immediati per forgiare nuovi strumenti educativi che valorizzassero il cosiddetto “capitale umano” e rendessero gli Stati Uniti competitivi a livello mondiale, secondo il modello economico neoliberista, che applica anche all’istruzione il principio imprenditoriale dell’analisi costi-benefici a breve termine. Continua a leggere

Il PD ha stravolto la scuola della Costituzione: la disponibilità all’ascolto non è credibile.

Per la scuola della Repubblica

Per il 10 marzo (mentre il personale è impegnato nel lavoro quotidiano) il PD organizza a Roma un incontro per “ascoltare” il mondo della scuola.

Da anni però il mondo della scuola, un mondo complesso di cui fanno parte in primo luogo studenti, docenti, genitori, ha formulato proposte concrete e non si comprende perché solo ora vi si dovrebbe prestare attenzione; questo mondo ha finanche presentato una proposta di legge di iniziativa popolare “Per una buona scuola della Repubblica” e si e’ costantemente mobilitato per chiedere una politica per la scuola coerente con i principi costituzionali. Continua a leggere

Presentazione del libro di Maurizio Matteuzzi “I neutrini, i carceri e le egìde. Cronaca di una riforma epocale”

Presentazione del libro di Maurizio Matteuzzi:
I neutrini, i carceri e le egìde. Cronaca di una riforma epocale

 

Mercoledì 19 marzo 2014, ore 18:00
Biblioteca Walter Bigiavi
Università di Bologna
via Belle Arti, 33
40126 Bologna

Coordina:
Giorgio TASSINARI, Università di Bologna

Intervengono:
Dario BRAGA, Università di Bologna
Giliberto CAPANO, Università di Bologna

Sarà presente l’autore Maurizio MATTEUZZI, Università di Bologna

Locandina dell’evento

Per chi suona la campana?

di Alessandro Arienzo, Tiziana Drago, Ugo M. Olivieri

Ogni mattina nelle scuole della Repubblica suona la campana d’ingresso per migliaia di studenti di ogni età e classe sociale.

Da tempo, nel nostro Paese, la campana a morto suona per la cultura umanistica.

Cosa può unificare due esperienze così diverse, l’una reale, quotidiana, dotata della forza dell’abitudine e l’altra metaforica, ideologica, dominante, in assenza (o in occultamento) di punti di vista differenti? Continua a leggere

Comunicato dell’Associazione per gli Studi di Teoria e Storia Comparata della Letteratura sui risultati dell’Abilitazione Scientifica Nazionale

Di fronte alla riproposizione di impermeabili ripartizioni disciplinari tra i saperi occorre rivendicare la natura unitaria e complessa delle discipline e la piena legittimità epistemologica dei saperi “improduttivi”. Il documento che pubblichiamo evidenzia una delle tante ricadute concrete della mercificazione/valutazione in atto nell’universo delle conoscenze.

L’Associazione per gli Studi di Teoria e Storia Comparata della Letteratura (Compalit) intende esprimere alcune considerazioni generali dopo la pubblicazione dei risultati dell’Abilitazione Scientifica Nazionale, in rapporto al settore concorsuale 10/F1 (“Letteratura italiana, Critica letteraria e Letterature comparate”), risultati che destano viva preoccupazione in chiunque abbia a cuore le sorti della comparatistica in Italia. Continua a leggere

Sperimentazione sugli animali e riproducibilità dei risultati: l’elefante nel laboratorio?

di Marco Cosentino

Elephant in the lab

Il problema non è se la sperimentazione sugli animali serva, ma che ne serve una molto migliore dell’attuale

Quando si discute dell’impiego di animali nella ricerca scientifica, quasi inevitabilmente si ricade nel conflitto degli opposti estremismi, tra chi ne sostiene Continua a leggere