Lettera di Tiziana Drago agli aderenti ConPAss.
Cari e care,
in quanto firmataria della lettera alla redazione di roars, penso di dover offrire a tutti/e voi il mio (piccolo) contributo di chiaroveggenza: da alcune reazioni mi rendo conto, infatti, che diversi elementi della vicenda sfuggono ai più. In parte, forse, per un difetto di comunicazione dei firmatari di quel documento (faccio ammenda, ma purtroppo l’evoluzione degli eventi è stata tumultuosa e mi appello alla vostra comprensione).
Sento di rassicurarvi, tuttavia, in via preliminare: nessuno/a di noi ha mai neanche lontanamente pensato di inserire in modo silente tra i firmatari di quella lettera Conpass o altri consessi. Altrimenti non avremmo firmato come singoli, né Maurizio avrebbe esposto il testo al vostro giudizio e a eventuali prese di distanza. Certo, avremmo forse potuto rendere note a tutti preliminarmente le nostre intenzioni di autori/autrici e firmatari, ma in tutta onestà devo dirvi che, quando i riverberi delle vicende coinvolgono anche i rapporti personali e la sensibilità di singoli individui, si avverte la necessità di essere il più possibile lievi.
Io sono stata tra le prime estimatrici di roars e ho salutato con grandissimo entusiasmo la nascita di questa “testata” on line.
Per quanto, da filologa classica e umanista, non mi sia mai sentita pienamente in linea con la vocazione originaria del sito (quella della vivisezione dei dati fatta con il camice impersonale dello scienziato), ne ho sempre compreso l’utilità, apprezzando il rigore scientifico dell’impostazione e la capacità di decostruire le impalcature ministeriali più periclitanti.
In più, rapporti di empatia umana, se non proprio di amicizia, mi hanno legata sin da tempi lontani a molti redattori (Francesco Sylos Labini ad esempio, oltre che Francesca Coin). E ho sempre pubblicamente espresso gratitudine riconoscente per il lavoro svolto.
E tuttavia, il mio sincero apprezzamento non è riuscito ad oscurare a me stessa dapprima un certo “appannamento” (poi una vera e propria deriva in senso “tecnicista” e “istituzionale”) del sito sino a posizioni francamente non condivisibili. Penso ad esempio alla recente, imbarazzante apertura di credito fatta alla nuova ministra: sarà l’adeguamento al clima generale delle larghe intese?
Tutto questo a me pare evidente e oggettivo. Come evidente e oggettiva mi pare la progressiva marginalizzazione, sino all’esclusione, di alcuni saperi (quelli ermeneutici: umanistici o scientifici che siano) e di alcune posizioni ritenute pericolosamente massimaliste.
In nome di una medietà, di un bilanciamento delle posizioni, di un “contenimento del danno” che certo non possono rappresentare la mia visione del mondo, dei saperi, dell’Università. Il punto per me non è mai stato sostituire un algoritmo raffazzonato con un altro più credibile e scientificamente costruito, ma provare a ribaltare i fondamenti di questa visione scientista e tecnocratica del mondo che si arroga pretese di verità.
Vi confesso che l’acquisizione di queste consapevolezze e la maturazione di una presa di distanza è stata per me (e non solo per me) molto dolorosa.
Noi tutti, che più volte e con diverse modalità avevamo espresso le nostre perplessità a singoli componenti della redazione, abbiamo avvertito l’urgenza di esprimere pubblicamente una presa di distanza quando la marginalizzazione di alcuni saperi (o posizioni non allineate al nuovo corso) è diventata allontanamento degli individui. Le recenti modifiche intervenute nella composizione della redazione, in una redazione di soli uomini, con relazioni paterne o paternalistiche, e l’allontanamento delle persone che più avevano lavorato in passato, anche garantendo la continuità con quanto avevamo espresso nel 2010, rappresenta per noi una svolta politica inaccettabile.
Quanto al tono della nostra lettera, sinceramente faccio fatica a trovarlo offensivo: mi pare anzi argomentativo. E mi rattrista molto che nessuno dei destinatari del documento abbia sentito di rispondere ai nostri argomenti e qualcuno li abbia liquidati come farneticazioni “pseudofilosofiche”. Appunto.
Un caro saluto a tutti e a tutte,
Tiziana
13 giugno 2013