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La Patria del diritto e il diritto della Patria

Adriana Brancaccio* – Seconda Università di Napoli
Maurizio Matteuzzi* – Università di Bologna

§ 1 – La Patria del diritto

E’ di questi giorni la diffusione della sentenza con cui la Consulta decreta come infondati i ricorsi dei docenti universitari contro il pluriennale blocco degli scatti e degli avanzamenti di carriera per i professori e i ricercatori universitari, in piena difformità con le argomentazioni di molti TAR, che avevano sostenuto la fondatezza dell’eccezione di incostituzionalità. Continua a leggere

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La disastrosa politica universitaria dell’era Carrozza

di Tiziana Drago

Intervento a nome dell’assemblea nazionale Università Bene Comune (UniBeC) letto il 14 novembre 2013 all’Assemblea regionale di SEL Puglia

Nell’Università ci confrontiamo quotidianamente con una pessima eredità: quella di una “riforma” diventata legge, nonostante fosse un disegno regressivo (per la dignità, per i giovani, per il futuro) e grazie alla convergenza di tutte quelle forze che hanno fatto gravare sull’Università e sulla ricerca, che non fosse al servizio spicciolo dell’impresa, un diffuso sospetto di inutilità se non proprio di nocività. E con la connivenza di buona parte della sinistra, trincerata dietro l’ipocrisia di una “solidarietà” di facciata, ma incapace di abitare un orizzonte culturale diverso da quello che avrebbe dovuto combattere. Per conformismo e per ignavia. Continua a leggere

Lettera aperta agli economisti che si occupano di scuola

di Anna Angelucci*

Non ho accesso ai media mainstream, e men che meno al pulpito del Corriere della Sera, ma la Rete fortunatamente mi permette di dire qualcosa agli economisti che si occupano di scuola.
La cui attenzione appare sempre, esclusivamente, focalizzata sul binomio valutazione-test.
Direi ossessivamente, se fossi una fine psicologa.
Mai una parola sui tagli draconiani, di denaro e di risorse umane, che la scuola ha drammaticamente subito negli ultimi anni: curiosa dimenticanza, per degli economisti.
Miliardi e miliardi di euro, decine di migliaia di lavoratori: il più grande disinvestimento nell’istruzione, ma soprattutto il più feroce attacco al diritto allo studio e al lavoro mai realizzato nella storia della Repubblica italiana. Continua a leggere

Università: arriva il merito per direttissima

di Alessandro Ferretti

In questi tempi di forconi il Miur si trova a suo agio: in fondo la sua missione primaria è mandare a casa l’università pubblica, anche se preferisce usare la più nobile arma del merito. Ad esempio, ora è in arrivo un nuovo sistema semplificato per diventare professori universitari: talmente semplice che non prevede neanche il concorso! Chi riuscirà a vincere un bando “eccellente” per progetti di ricerca potrà essere chiamato per via direttissima a professore, libero dai lacci e lacciuoli che opprimono i comuni aspiranti. Continua a leggere

La valutazione negli Stati Uniti d’America: storia di un fallimento

di Anna Angelucci

Intervento al Convegno “Educare alla critica: quale valutazione?”, Liceo Classico Mamiani, Roma, 26 novembre 2013

La “cultura della valutazione” nasce nella seconda metà del secolo scorso negli Stati Uniti d’America, imposta dal modello economico neoliberista, che applica anche all’istruzione il principio imprenditoriale dell’analisi costi-benefici a breve termine[1].
Per fare questo occorreva individuare un’entità misurabile circoscritta, una unità di misura e uno strumento di misurazione, che permettesse di valutare “oggettivamente e sistematicamente” il livello degli apprendimenti di uno studente, di una classe, di una scuola, di uno Stato. Continua a leggere

La libertà di espressione ai tempi della 240/2010

di Alessandro Arienzo

Aggiornamento: è stata avviata una petizione in solidarietà con la collega punita, potete firmarla a questo link.

È accaduto, anche se in un Paese civile non sarebbe mai dovuto accadere. Immediatamente dopo la pubblicazione sul blog roars.it dell’articolo “Cervelli in standby. La mutazione genetica del ricercatore nell’era delle telematiche”, a firma mia e della collega Alida Clemente, il CdA di Unicusano, ritenendo l’articolo lesivo dell’immagine dell’Ateneo, ha sanzionato Alida con un gravissimo provvedimento: la sospensione per un mese dal lavoro e dalla retribuzione. Continua a leggere

Altro giro, altra corsa: tre anni dopo Gelmini arriva la riforma Carrozza

di Alessandro Ferretti

Versione riveduta e ampliata a seguito della pubblicazione del DdL.

La notizia è importante, ma non sta circolando quanto merita: durante la riunione del consiglio dei ministri dell’8 novembre scorso è iniziata la discussione di un nuovo disegno di legge per dare  al Governo “un’ampia delega al riassetto di istruzione, università e ricerca”. L’ambito del “riassetto” include aspetti cruciali: il reclutamento e le carriere, i finanziamenti, le tasse universitarie, l’autonomia e i regolamenti di scuole e atenei. Se questa legge passerà, il governo avrà il potere di riscriverli in autonomia, senza ulteriori voti parlamentari, sottraendo in toto questa riforme a quel poco di dibattito politico che ancora resta nell’Italia delle larghe intese. Continua a leggere

Università, lettera aperta ai docenti che credono nei ministri incompetenti

di Alessandro Ferretti

Carissimi colleghi,

ieri ho letto per l’ennesima volta, su una delle tante nostre mailing list, il mantra secondo cui gran parte dei problemi che affliggono l’università derivano in buona sostanza da ministri incapaci: niente di più.

Ecco: ho deciso di scrivervi per dirvi che è proprio questo l’errore capitale che commettiamo. Crediamo che la politica annaspi ed improvvisi, che sia fatta da incompetenti e dilettanti. Alcuni lo dicono in buona fede, altri in modo strumentale; ma il dibattito ogni volta si arena su questo scoglio: con dei ministri non capiscono niente, che possiamo fare? Continua a leggere

Se Don Milani e il Liceo Classico sono la causa del declino dell’Italia

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di Tiziana Drago

Finalmente scopriamo perché la scuola italiana non è più “competitiva”. A illuminarci è un recente articolo di Andrea Ichino sul “Corriere” (con strascichi di reazioni e controrepliche sino ai giorni scorsi).

Una delle cause del declino è da addebitare niente meno che al Liceo Classico. Troppo impegno speso «a studiare latino, greco e materie umanistiche invece di dedicare più tempo ed energie a materie scientifiche». Continua a leggere