Siamo studenti, ricercatori precari e non, docenti che credono in un sistema di educazione pubblico, partecipato, di qualità e di massa. Siamo contrari alle controriforme che si susseguono da anni e contrari ad ogni logica privatistica e competitiva in favore della cooperazione e di un’autentica innovazione della ricerca e della didattica.
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L’origine dell’uso moderno della parola “università” resta per certi aspetti incerto, al di là dell’ovvio etimo dal latino universitas. A noi piace pensare che il tratto semantico dominante, e quindi caratterizzante, dipenda in modo essenziale dal senso della comunità: essere cioè una societas che condivide il fine di studiare “assieme” e questo in primis per “conoscere” assieme. Mentre nella scuola il divario è strutturalmente generazionale, da un lato il magister, che è un adulto, dall’altro persone in fieri, bambini o ragazzi, nell’universitas si ha una società di “pari”, nel senso di adulti. Poi è chiaro che sperabilmente il magister abbia qualcosa in più nel suo bagaglio culturale, anche se non sono mancate, né mancano tutt’ora, dolorose eccezioni.
E’ forse da questo presupposto culturale e politico che possiamo qui tentare di rispondere alla più filosofica, più spiazzante delle domande: “chi siamo”? Siamo quelli, appunto, che si riconoscono in questa societas, in cui si privilegia alla gerarchia del potere il comune amore per la conoscenza. Ecco che cosa unisce organizzazioni, persone, movimenti, dagli interessi più diversi per il loro immediato guicciardiniano “particulare”. È del tutto evidente che le ansie, le ambizioni, le rivendicazioni di professori strutturati, o precari, o ricercatori, o studenti non coincidono negli aspetti, diciamo così, “materiali”, o immediati; qual è allora l’elemento che riunisce, che tiene insieme i proponenti, facendone un corpo organico e non una semplice somma per aggiunzione meccanicistica, qual è, direbbe Husserl, il fondamento? A noi piace pensare che sia la frase che apre quello che forse è il più celebre testo filosofico di tutti i tempi, la Metafisica di Aristotele: “Tutti gli uomini tendono per natura alla conoscenza”. Forse non sarà vero per tutti gli uomini, ma per gli uomini che vorremmo costituissero l’università italiana del domani è e deve essere così. E su questo fondamento noi scommettiamo sul principio cardine dell’olismo: che il tutto è maggiore della somma delle sue parti.